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Estratto dal Bilancio di sostenibilità 2021
Le riserve disponibili d’acqua sotterranea si stanno impoverendo ed in parte deteriorando, come è stato accertato dalle indagini idrogeologiche, e non è possibile aumentare i prelievi dalle falde e dalle acque superficiali. L’andamento pluviometrico degli ultimi anni registra un decremento medio e varia anche il regime delle precipitazioni; si aggrava quindi la capacità di ricarica delle falde acquifere. Di conseguenza, si aggravano anche le situazioni di disagio negli approvvigionamenti idrici ed aumenta l’ingressione del cuneo salino nella fascia costiera. Sul territorio della provincia livornese sono insediate aziende industriali ad alto consumo idrico e ciò impone un’attenta politica nell’uso delle risorse naturali. In particolare, questi insediamenti si trovano in zone caratterizzate da un equilibrio idrico precario, come la Val di Cecina, o particolarmente critico, come la Val di Cornia. In queste aree esiste, per altro, una forte domanda di acqua potabile anche per il settore turistico, con picchi di consumo concentrati soprattutto nel periodo giugno/settembre. Si conferma prioritario il reperire risorse e adottare soluzioni alternative per mantenere gli attuali livelli d’approvvigionamento idrico complessivo. Il conseguimento di obiettivi legati all’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica può trovare soluzione nel riuso delle acque reflue urbane. Il riutilizzo delle acque reflue depurate per gli usi ad oggi previsti, agricolo ed industriale, è diventato, infatti, un’alternativa di grande interesse per diminuire l’immissione nei corpi idrici delle acque reflue. Tale soluzione, oltre a perseguire il risparmio del prelievo di acque superficiali o sotterranee, apre la possibilità a vantaggi anche di tipo economico:
Nel corso del 2021 il 12% delle acque di scarico trattate nei depuratori sono state inviate al riutilizzo.
La quantità di acqua depurata (mc) |
2019 | 2020 | 2021 | |
---|---|---|---|
Portate acque di scarico trattate nei depuratori | 32.473.749 | 30.880.562 | 30.792.459 |
Portate acque reflue inviate al riutilizzo | 4.543.943 | 4.401.751 | 3.715.381 |
Molteplici sono le partnership che ASA ha attuato con le realtà industriali del territorio di riferimento per progetti di economia circolare. Con la Solvay Chimica Italia, stabilimento di Rosignano e la Lucchini Siderurgica, acciaieria di Piombino sono stati stabilite collaborazioni per il riuso delle acque reflue depurate, dando vita, rispettivamente, al PROGETTO ARETUSA (Bassa Val di Cecina) e ai PROGETTI FENICE e CORNIA INDUSTRIALE (Val di Cornia).
Il Consorzio Aretusa, costituito da ASA, in associazione con Solvay Chimica Italia S.p.A. e TM.E. S.p.A. Termomeccanica Ecologica, è una realtà importante, sotto il profilo delle sinergie tecnico-imprenditoriali, per trattare e recuperare le acque reflue, a fronte dei problemi ambientali creati dal deficit idrico. L’impianto fa sì che fino a 3,4 milioni di mc/anno di reflui provenienti dai depuratori di Rosignano Solvay e di Cecina mare, dopo un trattamento corrispondente alle specifiche esigenze aziendali, siano riutilizzabili per gli usi industriali della Società Solvay. Un equivalente quantitativo d’acqua di falda (circa 2.000 mc/anno), emunto dai pozzi Solvay nella zona costiera della Bassa Val di Cecina, potrà così essere utilizzato per usi civili, rispettando la capacità di ricarica naturale dei livelli.
La realizzazione del Progetto Fenice, in Val di Cornia, ha permesso di convogliare all’impianto siderurgico Lucchini tutti i reflui, ulteriormente trattati e sterilizzati, in uscita dagli impianti di trattamento della città di Piombino. Il volume di reflui complessivamente recuperabili è di 1,5 milioni di mc/anno, totalmente assorbiti dai processi di spegnimento coke e abbattimento fumi e pertanto trasformati in vapore.
Dal 2010 è entrato in funzione l’altro importante acquedotto della Val di Cornia denominato Cornia Industriale destinato a fornire all’industria (prevalentemente le acciaierie Lucchini di Piombino) 1,6 milioni di mc/anno. Il progetto ha permesso di destinare al completo riuso le acque reflue depurate degli impianti di Campo alla Croce-Venturina, Montegemoli- Piombino e Guardamare-S.Vincenzo. L’emungimento dai pozzi profondi da parte delle Acciaierie si è ridotto di pari volume e si è così avviato un processo di recupero della situazione deficitaria della falda idrica, con un prevedibile miglioramento qualitativo e quantitativo delle risorse da destinare agli usi potabili. Purtroppo, oggi l’interruzione dell’attività dell’altoforno di Piombino ha determinato una riduzione drastica dei volumi destinati al riutilizzo, riduzione che però non ha visto alcun incremento di prelievo da falda. L’acquedotto industriale per il riutilizzo delle acque depurate nelle acciaierie di Piombino, ovvero l’acquedotto della Val di Cornia, ha comportato un grande investimento per ASA, in qualità di gestore del servizio idrico Integrato della Costa Toscana. L’acquedotto, costituito da tre impianti di sollevamento, un impianto di trattamento e due serbatoi di stoccaggio, in 22 km di condotte DN 400 trasporta acqua trattata da tre impianti di scarico comunali all’interno dell’area delle acciaierie in Piombino con un valore dell’infrastruttura di 9 milioni di euro.
Solo due depuratori della costa non sono stati destinati al riutilizzo industriale: quello di Bibbona, in cui è in corso il potenziamento del post trattamento per complessivi 400.000 mc/a, e di Donoratico, con potenzialità di circa 1 M mc/a. La scelta strategica del riutilizzo agricolo, d’altra parte, non è risultata così agevole. La mancanza di strutture agricole con una dimensione sufficientemente organizzata e la disparità fra i costi di riutilizzo e quelli dello sfruttamento diretto della risorsa da falda, impediscono lo sviluppo di questo settore nelle aree costiere. Secondo il D.Lgs 185/03 i costi di post-trattamento sarebbero a carico del servizio idrico integrato e quelli di collettamento a carico degli utenti agricoli. L’unica esperienza di riuso agricolo lungo la costa riguardava, fino al 2016, in estate il depuratore di Populonia (33.000 mc/anno) verso una cooperativa agricola.
Nel 2017, a seguito della dichiarazione dell’emergenza idrica da parte della Regione Toscana, è stata avviata la parziale riconversione, in via di urgenza, dell’acquedotto per il riuso industriale in riutilizzo a scopo agricolo delle acque depurate dal depuratore di Guardamare San Vincenzo al comparto irriguo gestito dal Consorzio di Bonifica Toscana Costa di Fossa Calda Venturina, a Campiglia Marittima. Nel 2019 l’operazione si è conclusa e, nel 2020, è entrata in piena efficienza la realizzazione di un impianto in grado di operare in modo ordinario con una conseguente modifica autorizzativa, destinando le acque per il riuso non solo all’irrigazione del comparto agricolo di Venturina ma anche all’area di Rimigliano nel comune di San Vincenzo. Il territorio della Val di Cornia è caratterizzato da un ampio paesaggio agricolo nelle pianure alluvionali; qui, l’arabile irrigato rappresenta l’elemento dominante. In particolare, nella Val di Cornia, il pomodoro viene oggi lavorato con processi a filiera industriale corta. Questa attività ha recentemente ottenuto la Certificazione di Qualità, ma l’eccellenza del territorio deve poter offrire risorse idriche di qualità e quantità adeguate a garantirne la continuità. Per questo ASA si è fatta promotrice di iniziative volte alla progettazione di soluzioni di economia circolare. È in fase di completamento la modernizzazione dell’impianto comunale di trattamento delle acque reflue di Campo alla Croce sito a Venturina e ASA intende sostenere la possibilità di riutilizzare l’acqua trattata in tutto o in parte nel reticolo di irrigazione della val di Cornia. Nel frattempo, al fine di rendere strutturale il riutilizzo delle acque dal depuratore di Guardamare, impianto già connesso con l’acquedotto ex industriale, è stato attivato un coordinamento istituzionale con tutti gli enti di governo del territorio, in particolare nei comuni di San Vincenzo e Campiglia Marittima. Dopo i primi test in condizioni di emergenza per l’estate 2017, sono state progettate opere per rendere strutturale il recupero delle acque depurate dal depuratore di Guardamare gestito da ASA per la trasformazione del progetto emergenziale in intervento atto alla produzione permanente di acqua per uso irriguo da acque depurate nel rispetto del D.Lgs 185/03 con finalità di integrazione delle risorse disponibili. Gli interventi sono stati studiati per permettere di estendere l’attività di irrigazione non più solo al pomodoro di industria ma a tutte le altre colture nel comparto agricolo Fossa Calda di Venturina, un’area agricola di circa 400 ha coltivata prevalentemente a ortofrutta e servita da un acquedotto rurale gestito del Consorzio di Bonifica. Le previsioni di nuovi periodi di siccità e la necessità di rendere strutturale il beneficio apportato con l’uso di acque secondarie per lo sviluppo agricolo dell’area rendono necessario l’uso strutturale di una risorsa altrimenti indisponibile che metta a reddito gli investimenti già realizzati: un esempio di economia sostenibile da valorizzare sia in termini di tutela sanitaria che di compatibilità ambientale. L’opera, in caso di completa realizzazione, garantirà il raddoppio della capacità produttiva idrica per il comparto che attualmente produce c.a. 480.000 mc di acqua per l’agricoltura. L’azione, per cui erano stati avviati nel 2017 studi e approfondimenti, se accompagnata da un intervento di razionalizzazione dei prelievi da falda nello stesso comparto, potrà determinare anche importanti effetti di riduzione dell’intrusione del cuneo salino. L’intervento si configura come un’opera all’avanguardia dal punto di vista dell’economia circolare e potrebbe permettere di verificare in una scala di importanti dimensioni molti aspetti della sostenibilità ambientale del riuso per scopo agricolo; un grande laboratorio su scala reale.
Un altro caso di studio per la valutazione della sostenibilità del riutilizzo ai sensi del D.Lgs 185/03 è l’attività prevista in tal senso nel contesto del Progetto europeo LIFE REWAT. Con l’azione B8 del progetto integrato che prevede lo studio e l’applicazione di soluzioni innovative per il recupero e risparmio della risorsa idrica in Val di Cornia, è infatti stato avviato alle fasi di approvazione finale il progetto di “Recupero delle acque reflue dal depuratore di Campiglia Marittima per l’irrigazione del Campo Sportivo La Pieve”. Il Progetto LIFE REWAT è stato presentato dal Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa, in qualità di Capofila, con partner ASA, Scuola Superiore Sant’Anna e Regione Toscana, sulla linea di finanziamento LIFE Call 2014, con il sostegno dei Comuni di Campiglia Marittima, Piombino e Suvereto. In data 18 settembre 2015 (in atti prot. 6596 del 21.09.2015) la Commissione Europea ha ammesso a finanziamento il suddetto progetto. ASA ha previsto l’attuazione di 5 interventi dimostrativi tra i quali, appunto, un impianto pilota di recupero delle acque reflue del depuratore di Campiglia Marittima.